Perché il tuo alito cattivo non se ne va: le vere cause e il ruolo dei probiotici

Perché il tuo alito cattivo non se ne va: le vere cause e il ruolo dei probiotici

L’alitosi non è solo un fastidio sociale: è spesso il segnale che qualcosa nel delicato equilibrio del microbioma orale non funziona come dovrebbe. Se spazzolino, filo interdentale e collutorio ti offrono solo un sollievo temporaneo, probabilmente il problema nasce “dall’interno”, cioè da un’alterazione della comunità di batteri che vive nella bocca. Comprendere questo ecosistema – e scoprire come i probiotici in capsule gastro-resistenti possano ristabilire l’equilibrio – è il primo passo per tornare a un alito davvero fresco.

Circa il 90 % dei casi di alito cattivo origina nella cavità orale. Il colpevole principale sono i composti solforati volatili (VSC) prodotti da batteri anaerobi che degradano residui proteici su lingua, gengive e interstizi dentali . Quando questi microrganismi prendono il sopravvento, i VSC si accumulano e l’odore sgradevole diventa persistente.


Il microbioma orale: un equilibrio da proteggere

La bocca ospita oltre 700 specie batteriche, funghi e virus che cooperano (o competono) fra loro . Una buona igiene rimuove placca e residui, ma non può cambiare da sola la composizione dell’ecosistema. Se i batteri “cattivi” sono già in maggioranza, serve un’azione mirata per riequilibrare la flora orale.

Perché solo lavarsi i denti non basta

  • Spazzolamento e filo eliminano il biofilm visibile, ma non impediscono a batteri solforigeni di ricolonizzare rapidamente la lingua.

  • I collutori antibatterici possono ridurre l’odore, ma spesso agiscono in modo indiscriminato, uccidendo anche i batteri utili.

  • Senza un intervento sul microbioma, l’alito cattivo tende a ripresentarsi nel giro di poche ore.

Probiotici: come funzionano contro l’alito cattivo

I probiotici sono batteri vivi che, assunti in quantità adeguate, esercitano un effetto benefico sull’ospite. Nel caso dell’alitosi:

  1. Competitive exclusion – I ceppi “buoni” occupano spazio e nutrienti, ostacolando la crescita dei produttori di VSC.

  2. Produzione di sostanze antimicrobiche – Alcuni Lactobacillus rilasciano acidi organici o perossido di idrogeno che inibiscono i patogeni orali.

  3. Miglioramento delle difese immunitarie locali – Un microbioma equilibrato riduce l’infiammazione gengivale, un altro fattore che favorisce l’alitosi.

Una meta-analisi del 2024 conferma che l’integrazione probiotica riduce significativamente VSC e punteggi organolettici dell’alito .

Il protagonista: Lactobacillus salivarius

Diversi trial clinici dimostrano che L. salivarius (1–2 mld CFU/die) riduce i livelli di VSC già dopo 10–14 giorni . Il ceppo aderisce alla mucosa linguale, rilascia batteriocine e abbassa il pH locale, rendendo l’ambiente sfavorevole ai batteri solforigeni.


Ingredienti botanici sinergici

Radice di liquirizia

Contiene glicirrizina e flavonoidi con attività antibatterica selettiva sui patogeni orali; studi in vitro e in vivo ne confermano l’efficacia contro carie, gengiviti e alitosi .

Tarassaco (dandelion)

Ricco di fibre e polifenoli, favorisce l’adesione dei batteri benefici e limita la formazione di placca; estratti di tarassaco hanno mostrato azione antimicrobica e antiossidante sui batteri della lingua.

 


Conclusioni

Se l’alito cattivo non scompare nonostante una buona igiene, probabilmente il problema è nel microbioma orale. Integrare probiotici vivi in capsule – sostenuti da estratti botanici come liquirizia e tarassaco – è la strategia più promettente per ridurre i composti solforati, riequilibrare la flora orale e ritrovare un’alito fresco a lungo.

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