
L’osteoporosi colpisce 1 donna su 3
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Un nemico silenzioso ma diffuso
L’osteoporosi è una malattia dello scheletro che riduce progressivamente la densità e la qualità delle ossa, rendendole fragili e più soggette a fratture. È spesso definita “la ladra silenziosa” perché non provoca dolore o sintomi evidenti nelle fasi iniziali, ma può manifestarsi improvvisamente con una frattura, talvolta causata da un trauma minimo.
I numeri parlano chiaro: una donna su 3 sviluppa osteoporosi nel corso della vita, un dato che mette in luce l’urgenza di informare e prevenire. Questa prevalenza femminile si spiega con il ruolo protettivo degli estrogeni, che si riduce drasticamente dopo la menopausa. Ma ci sono anche altri fattori: la struttura ossea generalmente più leggera rispetto agli uomini, stili di vita sedentari, carenze nutrizionali e patologie concomitanti.
Comprendere l’osteoporosi non significa solo conoscere una malattia, ma capire come prevenire una condizione che può avere un impatto profondo sulla mobilità, sull’autonomia e sulla qualità della vita.
Perché le donne sono più colpite
Il picco di massa ossea viene raggiunto tra i 25 e i 30 anni. Da quel momento inizia un lento processo di perdita che, nelle donne, subisce un’accelerazione notevole con l’arrivo della menopausa. In questa fase, il calo degli estrogeni – ormoni che regolano anche il metabolismo osseo – innesca un processo di riassorbimento che supera quello di formazione dell’osso.
Le donne con menopausa precoce, a causa di motivi naturali o di interventi chirurgici (asportazione delle ovaie), sono ancora più a rischio. Anche la costituzione fisica incide: corporature minute e bassi indici di massa corporea sono associati a ossa meno dense. Infine, alcuni stili di vita, come diete povere di calcio e proteine, scarsa esposizione al sole e sedentarietà, peggiorano ulteriormente la situazione.
I principali fattori di rischio
Il rischio di osteoporosi aumenta quando più fattori agiscono in combinazione.
Tra quelli non modificabili rientrano l’età, il sesso, la storia familiare e la costituzione fisica. Ma esistono anche fattori legati allo stile di vita e alla salute generale che possono essere corretti o migliorati.
Una dieta povera di calcio e vitamina D è uno dei principali responsabili della perdita di massa ossea. Il calcio è il minerale strutturale dell’osso, mentre la vitamina D ne permette l’assorbimento e l’utilizzo. La sedentarietà priva le ossa dello stimolo meccanico necessario a mantenerle forti. Fumo e consumo eccessivo di alcol accelerano il processo di indebolimento. Alcune patologie, come disturbi della tiroide, malattie infiammatorie croniche o disturbi alimentari, così come l’uso prolungato di corticosteroidi, possono contribuire a peggiorare la salute ossea.
Come prevenire l’osteoporosi
La prevenzione inizia molto prima della menopausa. L’ideale sarebbe raggiungere, entro i 30 anni, il massimo potenziale di massa ossea attraverso una combinazione di alimentazione equilibrata, attività fisica e corretta esposizione al sole.
Una dieta ricca di calcio e proteine di qualità è fondamentale. Latte, yogurt, formaggi freschi, verdure a foglia verde, legumi e frutta secca sono ottime fonti di calcio. La vitamina D, essenziale per fissare il calcio nelle ossa, può essere assunta con alimenti come pesci grassi, uova e latticini, ma soprattutto attraverso l’esposizione solare quotidiana.
L’attività fisica regolare, in particolare gli esercizi che utilizzano il peso corporeo – come camminata veloce, corsa leggera, danza, yoga e pilates – stimola la formazione ossea. Anche l’allenamento con piccoli carichi migliora la resistenza e la densità delle ossa.
Infine, evitare il fumo e limitare l’alcol è un passo concreto per proteggere la salute scheletrica.
I segnali da non ignorare
L’osteoporosi, nelle fasi iniziali, non presenta sintomi evidenti. Spesso la diagnosi arriva dopo una frattura, ma esistono alcuni campanelli d’allarme: dolori persistenti alla schiena, riduzione dell’altezza nel tempo, postura incurvata o microfratture frequenti.
Un esame semplice e non invasivo, la MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata), misura la densità minerale ossea e permette di identificare precocemente la condizione, dando tempo per intervenire prima che si verifichino fratture importanti.
Osteoporosi e qualità della vita
Le conseguenze di una frattura osteoporotica vanno oltre l’evento fisico. La frattura di un femore o di una vertebra può comportare lunghi periodi di immobilità, riabilitazione e perdita di autonomia. Questo può avere un impatto psicologico importante, con ansia, paura di cadere e riduzione delle attività sociali.
Per molte donne, affrontare l’osteoporosi significa non solo proteggere le ossa, ma anche salvaguardare la propria indipendenza e libertà di movimento. Una prevenzione efficace permette di mantenere uno stile di vita attivo, vitale e sereno anche con l’avanzare dell’età.
Conclusione – Proteggere oggi, vivere meglio domani
L’osteoporosi non è un destino inevitabile. Sapere che una donna su 3 ne è colpita deve spingere verso una maggiore consapevolezza e azione preventiva. Alimentazione equilibrata, movimento regolare, esposizione al sole e controlli periodici sono strumenti semplici ma potenti.
Investire nella salute delle ossa significa investire nella qualità della vita. Le ossa non sono solo una struttura che ci sorregge: sono la base della nostra libertà di muoverci, viaggiare, ballare, lavorare e vivere appieno ogni giorno.